09 settembre 2010

Letture X

HO DECISO: basta con l'elenco di libri letti che ammuffisce in una colonna laterale. D'ora in poi quando leggo un libro ve ne parlo subito. Quindi ecco l'ultimo elenco di letture passate, per smaltire la colonna che già da mesi non aggiornavo più (e chissà quanti libri ho dimenticato... Pazienza!). Poi si cambia.

Alfred Monnin, Spirito del Curato d'Ars (12/09) ****
Splendida antologia di testi di san Giovanni Maria Vianney. Semplice e profondo, tocca il cuore in molti passaggi. Peccato che la biografia, annunciata in quarta di copertina, si riduca soltanto ad una scarna tavola cronologica. Sarebbe bastata una decina di pagine per farne un volume perfetto. Da notare che tutte le citazioni fatte dal Papa in apertura dell'anno sacerdotale appaiono in questo libro: sarà un caso o questa è stata la fonte anche per il Pontefice?

Peter Kreeft, Three Philosophies of Life (12/09) ***
L'autore, un filosofo, sostiene che i tre testi filosofici più importanti nella sua vita sono stati tre libri della Bibbia: il Qoelet, il Libro di Giobbe e il Cantico dei Cantici. Rappresentano, secondo lui, tre diverse impostazioni di vita: Qoelet è nichilista, Giobbe è fatalista, il Cantico è mistico. In un'altra prospettiva, propone il primo come meditazione sull'inferno, il secondo sul purgatorio, il terzo sul paradiso. In poche parole, il primo propone il massimo della sapienza che può raggiungere un uomo senza Dio, il secondo è una meditazione sul male che, solo alla fine, si risolve in Dio, il terzo è il canto d'amore dell'anima che si rivolge al suo Creatore. Dalla penna di un autore intelligente e brillante non poteva che venire un testo profondo e di gradevole lettura. Peccato non esista un'edizione italiana.

[no img] Robert H. Benson, A City Set on a Hill (1/10) **
Libretto apologetico dell'autore di Il padrone del mondo con una bella carrellata di argomenti a favore del primato di Roma. Interessante ma, per fortuna, non è un problema molto sentito nel mondo di lingua italiana. Immagino che per questo motivo non sia stato tradotto.

Stephenie Meyer, New Moon (1/10) **
Mi sono lasciato convincere a leggere il secondo volume della saga di Twilight, ma non mi cha convinto. Le interpretazioni ottimistiche proposte per il primo si indeboliscono notevolmente in questa seconda puntata. Dal punto di vista narrativo, poi, non posso perdonare che il romanzo dedichi i primi due terzi a sviluppare il rapporto di Bella con Jacob per poi abbandonare completamente il secondo, che non ha nessun ruolo nell'epilogo della storia. Va bene che sicuramente le è servito per preparare lo sviluppo successivo della saga, ma se mi vendi questo come un romanzo deve essere un romanzo, con un capo e una coda; non la storia dello sviluppo di un'amicizia, che improvvisamente viene lasciata a metà perché è ricomparso un personaggio di un romanzo precedente. Deludente; non credo che troverò la voglia di leggere il terzo, nonostante le assicurazioni dei fans che dicono essere il migliore.

Alessandro D'Avenia, Bianca come il latte, rossa come il sangue (1/10) ****
Un liceale è perdutamente (e platonicamente, perché non riesce nemmeno a presentarsi) innamorato di una ragazza dai capelli rossi. Il dramma, e la maturazione del protagonista, si scatena quando lei si ammala di leucemia.
Attesissimo: è la prima volta che un mio conoscente pubblica qualcosa che promette di essere un best seller. Ho potuto leggerne una copia preliminare, di quelle che la Mondadori fa per la stampa, passata di mano in mano (e in gran fretta!) tra gli amici di Alessandro. Bello. Va giù tutto d'un fiato, e direi che è scritto per essere letto così. La semplicità e freschezza dei personaggi è una boccata di aria pulita dopo che ci siamo abituati a liceali rappresentati in modi stupidi e volgari. Sorprende la capacità dell'autore nel rappresentare i pensieri di un adolescente. Narcisista nel descrivere il professore e decisamente debole nella conclusione della storia, ma alla fine lo approvo a pieni voti e mi rallegro nel pensare che questa è solo un'opera prima: attendo con curiosità le prossime.

Michael O'Brien, Il nemico (2/10) ***
Riconosco di avere un debole per le trame apocalittiche. In un mondo dove la Chiesa è screditata dal di fuori e internamente scossa da venti di eresia, dove il Papa non può fidarsi dei suoi collaboratori, un monaco dal curriculum un po' speciale, riceve l'incarico di dialogare con l'emergente Padrone del mondo. Mentre si dipanano i tentativi per creare un valido contatto, il leader politico si configura sempre più come l'Anticristo (secondo i canoni dell'immaginario anglofono-protestante) e si preannuncia lo scontro frontale.
Il romanzo parte benissimo, teso e intrigante; peccato che poi perda ritmo, addirittura fino a diventare deludente. L'autore si vanta di non preoccuparsi dell'architettura dei suoi romanzi, ma di scriverli di getto come gli vengono. Peccato: bastava un po' più di struttura per avere un romanzo fantastico. Rimane comunque una piacevole lettura con interessanti spunti di riflessione.

Anne Rice, Angel Time (2/10) ***
L'autrice è famosa per la sua saga sui vampiri (di molto anteriore a Twilight), iniziata con Intervista col vampiro. Dopo il suo ritorno alla fede ha concluso la saga aggiungendo ancora un paio di titoli (l'ultimo con l'improbabile storia di un vampiro che aspira ad essere santo), per poi lanciarsi in una nuova saga centrata su di un killer pentito cui viene proposto di diventare il braccio destro di un (vero!) arcangelo. L'idea è affascinante, il protagonista mi piace e con delle premesse molto interessanti: è una persona sensibile, con un passato molto sofferto, un genio nell'architettare piani e travestimenti, sangue freddo a prova di bomba e... un provetto suonatore di liuto. Solo che uno si aspetterebbe di vedere queste sue doti all'opera nelle sue missioni per conto dell'arcangelo, e invece niente! Immagino che l'autrice abbia preparato la strada per i prossimi episodi, ma così com'è la seconda parte del romanzo non c'entra proprio nulla con la prima. Il protagonista diventa banale e non fa sfoggio di nessuno dei suoi talenti. Proprio un peccato e poca voglia di leggere altri scrittori "cattolici" nel prossimo futuro.

[no img] Gòrigus, Volo 603 per Zurigo (2/10) ***
Sono un tifoso di questo scrittore per bambini, che si avvale della sua lunga esperienza di psichiatra infantile. Così quando ho trovato questo volume, che non conoscevo, l'ho subito preso come lettura di scorta.
Due figli di emigrati, in volo dalla Sicilia a Zurigo dopo una vacanza con i nonni, si trovano coinvolti nelle vicende di un gangster buono (o perlomeno simpatico). Così l'avventura si svolge tra polizia, gangster cattivi, diamanti, tentati suicidi e omicidi, con tutto il divertimento della saggezza di un preadolescente ed il suo fratellino che, tra inesperienza e problemi di lingua capiscono le cose un po' a modo loro. È un racconto per bambini, ma di una simpatia irresistibile. E sorprendentemente c'è anche una trama!

G.K. Chesterton, L'uomo eterno (3/10) ***
Il tema è la religiosità dell'uomo. La tesi principale che molte teorie sulla religione, contaminate dall'ideologia, dicono sciocchezze perché dimenticano che l'uomo è sempre l'uomo (da qui, spero di aver capito, il titolo) e che molte cose in lui non cambiano nonostante il passare dei secoli. L'uomo delle caverne poteva essere meno civilizzato, ma non poteva essere né stupido né pazzo.
Questa lettura è stata una faticaccia che mi ha occupato per quasi due anni (fortuna che porto avanti diversi libri allo stesso tempo!), ma sostiene molte cose interessanti per la filosofia della religione. Inoltre il modo di polemizzare di Chesterton mi piace molto, però in piccole dosi. Penso che chiunque volesse diventare un polemista dovrebbe studiare le opere di questo maestro dell'ironia come fossero libri di testo.

Martin Rhonheimer, "Vosotros sois la luz del mundo" (3/10) **
Un libro sulla vocazione all'Opus Dei. Non capisco proprio che utilità abbia sviscerare le cose a questo livello di dettaglio; come se uno prima di sposarsi dovesse leggersi un trattato di diritto matrimoniale e magari un altro di psicologia dei sessi. Non so, forse i giovani tedeschi funzionano diversamente, ma per me è solo una documentatissima pizza.
Bello però il primo capitolo, sulla vocazione in generale.

Muriel Barbery, L'eleganza del riccio (3/10) ****
Solo una francese poteva scrivere un romanzo con così tanta puzza sotto il naso! Le persone intelligenti sanno di doversi difendere dagli imbecilli in mezzo ai quali sono costrette a vivere, e lo fanno sviluppando le più raffinate tecniche di elusione. Ma, proprio perché sono intelligenti, si accorgono quando incontrano qualcuno come loro: le maschere dietro cui si nasconde non ingannano certo loro. È così che in un palazzo vivono, osservano e riflettono due donne, una portinaia divoratrice di libri e una ragazzina che vuole realizzare un film sulla falsità del mondo, finché l'arrivo di un nuovo inquilino non smuove le cose.
Un romanzo arguto, divertente e spietato che si legge con grande piacere. Se avete un po' di coda di scorpione come me, vi divertirà molto. Peccato che il film, riproducendolo fedelmente il romanzo, gli fa torto: rimane solo una storia, che è la cosa meno importante.

1 commento:

coroarenella ha detto...

Mi permetto di consigliare all'autore del blog altri due libri di O'Brien: Il Libraio e L'isola del mondo. Quest'ultimo batte veramente tutti e credo che ha cambiato in un certo senso il mio modo di vedere il mondo e la mia vita che sembra stia prendendo per fortuna una strada sicuramente più impervia, ma nonostante tutto più bella.