06 dicembre 2012

Chi non perdona...

L’ALTRO IERI sono stato ad un incontro con Gianna Jessen – una scampata all'aborto – in una parrocchia di Roma. Mi piacerebbe raccontarvi molto di questo stimolante evento, ma almeno per ora dovrete accontentarvi di quanto segue.

Al pubblico che le chiedeva, sorpreso, come abbia potuto perdonare sua madre e il medico abortista che ha dovuto firmare il suo certificato di nascita, lei rispondeva che non possiamo restare aggrappati alle ferite del passato: il nostro rancore non cambia nulla in chi ci ha fatto del male e tantomeno nella realtà; il rancore non fa altro che prolungare nella nostra vita gli effetti dolorosi di quelle ferite. L'unica cosa ragionevole da fare è let go, lasciar perdere o, meglio ancora, perdonare.

Ho provato a spiegarlo alle ragazze della scuola (imparando una prevedibile lezione: sotto i sedici anni sono ancora troppo piccole!) e ne è venuta questa formula, probabilmente non originale:

Chi non perdona punisce sé stesso.

L'hanno subito copiata per cinguettarla (volg.: twittarla) o pubblicarla sul Libro dei Volti (volg.: facebook): per me un vero successo. Quanto all'immagine di Gustave Doré, be' in realtà si riferisce alla pena di avari e prodighi nell'Inferno di Dante, ma penso renda bene l'idea: quel portarsi sempre dietro il fardello di tutti i torti subiti... che inutile rodimento!

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